I riformisti: per l’Italia rinascita o declino

Relazione di Franco Mirabelli agli Incontri Riformisti 2022 a Eupilio (video).

Ringrazio Associazione Democratici per Milano, Libertà Eguale Milano Lombardia, Circoli Dossetti e Erminio Quartiani per la due giorni di Incontri Riformisti con cui si sono approfonditi alcuni temi.
Questi temi saranno sicuramente parte del nostro congresso e anche dall’opposizione, sicuramente, saranno temi su cui mettere in campo iniziative e lavoro, come ad esempio le questioni riguardanti l’energia.
Riprendo una questione che ha esplicitato Bruno Tabacci perché penso che debba essere il nostro cruccio: la sinistra, in questo Paese, rappresenta i garantiti. Solo i garantiti percepiscono il centrosinistra come rappresentanza politica e credo che questo sia il tema da affrontare perché se è così significa che abbiamo fallito e non siamo riusciti a mettere in campo una credibilità rispetto alle cose che invece abbiamo anche cercato di dire in campagna elettorale.
Noi abbiamo portato avanti tre questioni che credo siano quelle su cui dobbiamo lavorare per ricostruire identità e credibilità.
La prima questione riguarda la lotta alle diseguaglianze: continuo a pensare che questo sia un tema macroscopico che abbiamo di fronte.
In questi anni abbiamo vissuto un susseguirsi di crisi profonde economiche e sociali, che hanno prodotto diseguaglianze sempre maggiori, che hanno generato una società in cui man mano pochi hanno aumentato il proprio reddito e il proprio tenore di vita e molti, anche chi non era abituato, hanno perso reddito e si sono trovati a confrontarsi con problemi inediti. Un lavoratore dipendente, un impiegato, ad esempio, vent’anni fa non avrebbe pensato di doversi confrontare oggi con i vincoli di bilancio familiare imposti dall’inflazione e dall’aumento delle bollette.
Il tema delle diseguaglianze è ciò su cui si è innestato il meccanismo di rabbia sociale, di invidia sociale e su cui le destre hanno saputo rafforzarsi.
Se il punto è quello di partire dalle persone, come abbiamo sempre detto, questo è il tema su cui abbiamo bisogno di costruire una credibilità.
Questo tema è fatto di cose molto concrete, su cui forse dobbiamo avere maggiore radicalità.
Il tema salariale, ad esempio, è drammatico nel nostro Paese. Con l’inflazione al 10% e i salari che non aumentano da molti anni, la condizione del lavoro dipendente sta diventando una condizione di cui non possiamo non farci carico e non è una questione di essere riformisti o massimalisti ma c’è un tema sociale su cui penso che la sinistra si debba attrezzare ricostruendo una credibilità.
In questi anni abbiamo fatto grandi sforzi, abbiamo partecipato a Governi diversi, interpretando la nostra funzione come quella di chi doveva consentire al Paese di reggere di fronte alla crisi ma in campagna elettorale è diventato impossibile coniugare il programma della lotta alle diseguaglianze con quella storia.
Dire “Agenda Draghi” e insieme lotta alle diseguaglianze non è apparsa una sintesi credibile per molti elettori.
Adesso abbiamo il problema di riuscire a ricostruire una credibilità su questo.
Un altro tema su cui dobbiamo caratterizzarci è quella della transizione ecologica: dovremo saper proporre e saper dire cose chiare.
Il dibattito sull’energia, in corso in questo periodo e svolto anche nelle giornate degli Incontri Riformisti, è chiarissimo: abbiamo bisogno di costruire una transizione che in tempi brevissimi ci porti fuori dai combustibili fossili; sono emerse molte idee e molte proposte ma non è sufficiente. Come testimonia anche il modo in cui governiamo alcune città, tra cui Milano, dobbiamo continuare a lavorare per contribuire a cambiare i comportamenti e il modo di muoversi dentro e fuori dalle città, fare della questione ambientale una questione dirimente. Se non lo facciamo adesso, dopo un’estate in cui i ghiacciai si sono staccati e abbiamo avuto la siccità, e dopo un autunno in cui le temperature sono alte e non è normale, quando altro potremmo porre con forza la questione della transizione ecologica?
Un’altra questione è che non penso che si possano contrapporre i diritti sociali ai diritti civili e, quindi, il tema dei diritti civili deve restare un tema fondativo della sinistra e del PD.
Questo percorso di ricostruzione e rilancio su questi temi dobbiamo cominciare a farlo subito dall’opposizione, sapendo che questo è un Governo che, al di là della campagna di distrazione di massa con l’aumento del tetto dei contanti, i trentaquattro migranti lasciati a soffrire sulla nave per mostrarsi come nerboruti difensori dei confini, ha fatto una Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanze – che è un piano di programmazione economica – in cui non c’è nulla sulla sanità, nulla sull’istruzione e nulla per l’aumento del potere d’acquisto.
Verificheremo cosa faranno ora con la legge finanziaria ma intanto dico che su sanità e istruzione questo Governo nel NADEF non ha messo nulla.
Agli Incontri Riformisti si è discusso anche della necessità di investimenti e assunzioni per il servizio sanitario ma di tutto questo non c’è nulla.
Per il PD, ora è evidente che c’è l’opposizione e c’è anche il congresso davanti.
Penso e spero che vengano accelerati i tempi del congresso, dell’elezione del nuovo Segretario e del nuovo gruppo dirigente perché è evidente che le cose che hanno segnato la fase precedente della campagna elettorale dicono che c’è un’OPA ostile sul PD: sia M5S che Azione stanno lavorando e hanno tutto l’interesse a indebolire il PD e a portare via voti al PD. A questo non possiamo rispondere con una fase troppo lunga di vacatio dei gruppi dirigenti e, quindi, mi auguro che si possa accelerare il congresso.
Penso che tutto vada accelerato senza, però, cancellare la prima fase costituente, cioè l’idea di costruire un momento in cui, anche con un contributo di una parte del mondo esterno, delle competenze e di chi può dare una mano, definiamo un terreno comune e identitario del PD.
Questo è importante farlo perché temo che le primarie, senza aver chiarito qual è il terreno comune, rischiano di diventare un momento foriero di nuove divisioni e nuove scissioni.
Deve essere chiaro su cosa si confronteranno i candidati ma deve essere chiaro anche che c’è un terreno comune che abbiamo costruito insieme.
In questa fase, l’unica cosa che non dobbiamo fare è alimentare ulteriore disorientamento nel nostro elettorato e nel corpo vivo del PD; per questo la proposta della Moratti, in qualunque versione, è irricevibile e pericolosa per il PD.
Non penso che questa sia la fase in cui possiamo ripetere l’errore di andare al Governo a tutti i costi, con il rischio di perdere ulteriormente identità e funzione nella società italiana e lombarda.
Condivido il percorso che sta facendo il centrosinistra lombardo.
Avevamo un’occasione con la candidatura di Cottarelli che si è infranta anche questa volta sul ripensamento all’ultimo momento di Azione e di Calenda.
Abbiamo comunque grandi energie rappresentate dai sindaci. Penso che, in un contesto in cui il centrodestra candida il Presidente della Regione contro il Vicepresidente, ci sia uno spazio importante per avere un buon risultato in Lombardia.

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