Introduzione alla seconda giornata del Seminario di Chiavenna

Introduzione di Erminio Quartiani ai lavori della seconda giornata del seminario di studio di Libertà Eguale Milano Lombardia a Chiavenna.

Riprendo alcuni spunti emersi dal dibattito e dalle comunicazioni di ieri.

Qualcuno si è domandato se dopo il voto espresso dagli iscritti nei Congressi di circolo del PD favorevole alla mozione di Energia Popolare, le primarie le abbia soprattutto perse Bonaccini più che le abbia vinte Schlein. Il voto andato alla candidatura di Bonaccini rappresenta una diffusa area riformista che non ha saputo però mobilitare a dovere i potenziali elettori (bastavano 80.000 voti per vincere). Sarebbe ingenuo regalare il 47% dei voti (circa 500.000 elettori del Pd) alla disillusione e alla tendenza all’abbandono silenzioso dell’impegno politico da parte di molti militanti e iscritti al partito, e soprattutto un grave errore di prospettiva non condurre una battaglia organizzata nel Pd perché non si affermino nel tempo lungo posizioni estremiste e massimaliste, da semplice “sinistra di opposizione”.

È importante che si dia vita a una grande area riformista nel Pd, per contribuire a costruire un progetto vincente di alternativa per il governo del Paese, soprattutto dopo le sconfitte elettorali amministrative e regionali. (Bonaccini ha annunciato che sarà organizzata a luglio una assemblea costitutiva di questa area)

Anche perciò è utile che Libertà Eguale, benché non sia parte del Pd, ma luogo di incontro di diversi riformismi dentro e fuori il Pd, nel centrosinistra, rilanci il proprio ruolo di associazione di cultura politica che contribuisca a far crescere una nuova dimensione politica, che abbia validità in questo secolo nuovo, nel quale la cultura di destra rischia di invadere lo spazio politico in Europa e nell’Occidente.

Il dibattito ha per ora indicato che sia utile continuare l’impegno in Libertà Eguale Milano Lombardia e rilanciare l’associazione a livello lombardo e nazionale.

Ora però domandiamoci come, visto che le ragioni del dare continuità alla nostra associazione lombarda di cultura politica dopo 23 anni di vita sono state ampiamente condivise ieri, con la relazione di Vitali, il mio intervento di apertura, le relazioni e le comunicazioni di Fasano, Leonardi, Salvati, Landoni e i vostri interventi.

Vorrei far presente quelli che, a mio modo di vedere, sono gli aspetti problematici che frenano una possibile attività di rilancio e quali strumenti e modalità di azione possano giovare al rilancio.

  • Primo ostacolo: non ci è d’aiuto lo stallo e l’assenza di Libertà Eguale nazionale, su cui ci siamo soffermati a lungo ieri.

È vero che non siamo un circolo ma una associazione autonoma che aderisce a Libertà Eguale nazionale, con uno statuto e personalità propria.

Ma il nostro profilo non è riducibile all’ambito territoriale di riferimento. Pur trattando noi a tutto campo questioni teoriche e politiche che riguardano sia il livello nazionale, come quello europeo e internazionale, tuttavia, non ci siamo mai dimensionati come se fossimo un soggetto che opera sul livello nazionale, ma come parte di un soggetto associativo nazionale, che da tempo però non produce iniziativa politica costante, fatica a tenere l’assemblea nazionale di Orvieto e non riunisce i propri organismi dirigenti, al punto che idee e proposte che vengano sostenute dalla nostra associazione lombarda non trovano sbocco o ascolto, per trasformarsi in  sollecitazione e confronto più generale all’interno del sodalizio come all’esterno. Questo è un grave problema.

2) Guardando dentro la nostra associazione lombarda, ben si vede che i suoi iscritti e dirigenti appartengono a generazioni politiche e anagrafiche, la cui anagrafe dice della loro formazione nel corso dei decenni del secolo scorso, segnando la storia d’Italia, della sinistra e del centrosinistra ai tempi delle magliette a strisce, del ’68, degli anni Settanta/ottanta, e quando va bene(pochi) dell’Ulivo.

Per incidere nella società va colmato il gap generazionale.

3)Si sono parecchio allentati i legami dei nostri iscritti con i partiti di appartenenza o di riferimento.

Diversi di noi non sono o non sono più iscritti ad alcun partito. Altri hanno lasciato il Pd e sono passati a soggetti del Terzo polo. Molti restano iscritti al Pd con sofferenza, ancor più dopo l’esito delle primarie.

Sia chiaro: siamo sempre stati una associazione plurale dal punto di vista delle appartenenze partitiche e persino delle appartenenze alle aree politiche o correnti del Pd.

Se non ben governato, questo insieme di riferimenti esterni all’associazione, ove riportato tout court con dinamiche partitiche dentro l’associazione, ne renderebbero impossibile la sopravvivenza, non solo l’iniziativa, trasformando un valore in un ostacolo insormontabile.

4) Non riusciamo a padroneggiare e a utilizzare a dovere gli strumenti della comunicazione e dell’informazione moderne. Abbiamo una chat su Watts app che funziona decentemente, una pagina Facebook snobbata da tutti i nostri associati e anche dai nostri dirigenti di Libertà Eguale Milano Lombardia. Abbiamo un sito ben curato che nessuno utilizza, una mailing list che funziona ma non si implementa con nuovi indirizzi di nuovi soci. È chiaro che senza un potenziamento di questi strumenti e una frequentazione costante degli stessi da parte anzitutto dei nostri iscritti per estendere ai propri contati l’utilizzo di questi strumenti, restiamo chiusi dentro un gruppo che rischia l’autoreferenzialità. Aggiungo che se non si producono articolo, notizie, informazione da immettere in rete, e se non c’è la volontà dei nostri iscritti di farlo con costanza, la rete non si può alimentare con il nulla. Questo è un gravissimo problema.

5) le risorse economiche diminuiscono sempre più. Spesso i nostri iscritti si dimenticano o non danno peso al rinnovo dell’iscrizione e al pagamento della quota annuale. O forse non si tratta solo di dimenticanza, nel qual caso sarebbe bene capire perché si pensa che si possa far vivere Libertà Eguale senza soldi e senza l’apporto personale almeno del contributo annuo. Devo pensare che è vento meno lo spirito di appartenenza all’associazione?

6)Non abbiamo più una sede fissa. Utilizziamo talvolta i locali di via Archimede del circolo PD, grazie alla disponibilità del circolo Carminelli, che un tempo ospitava la nostra sede.

Il dopo Covid è tornato a proporre l’importanza di incontri in presenza, anche degli organi sociali, oltre che iniziative pubbliche.

Cosa propongo?

  • L’assemblea per il rinnovo degli organi sociali in autunno
  • Un programma per il rilancio di Libertà Eguale Milano Lombardia:
  1. Dare continuità a “Incontri riformisti”, prevedendoli per novembre a Eupilio, non solo con Democratici per Milano che manifestano dubbi in merito, con i Dossetti certamente che hanno già dato la loro disponibilità, ma anche con altri soggetti che operano sul piano della cultura politiche di centrosinistra (penso a “Iniziativa democratica” che con Fassino si è costituita nel corso del congresso del Pd, e ad altri che vorrete suggerire)
  2. Organizzare momenti di confronto tra rappresentanti di partiti del centrosinistra su temi locali e regionali
  3. Tenere una serie di incontri pubblici a tema sull’Europa, in preparazione delle Elezioni europee
  4. Una iniziativa aperta su riforme costituzionali e legge elettorale
  5. Una iniziativa di riflessione sull’autonomia differenziata
  6. Iniziative mirate alla formazione politico culturale delle giovani generazioni, in collaborazione con altri soggetti, alternando webinar a incontri in presenza (corsi di formazione alla politica? Di teoria politica? Di economia politica? Di filosofia politica? Di sociologia politica? scuola estiva? Di lettura dei bilanci per amministratori?……..)
  7. Una campagna di adesioni che duri fino a fine anno anche attraverso i social
  8. Un aggiornamento dei nostri indirizzari mail e un ragionamento ponderato su un più adeguato utilizzo del sito e della pagina Facebook, definendo precisi impegni di collaborazione dei nostri soci.
  9. Sostenere un pressing continuo perché Libertà Eguale nazionale torni a fare il suo mestiere, oltre i personalismi che ostacolano il lavoro di ricerca collettivo e condiviso.

Serve a noi tutti uno sforzo, anche individuale, per far tornare più presente nella società e nella realtà in cui opera la nostra associazione, dando nuova forma alla sua costituency.

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