Patrizia Toia: quattro risposte sull’Europa

Libertà Eguale Milano Lombardia propone quattro domande a candidate e candidati in liste del centrosinistra nella circoscrizione Nord Ovest per il Parlamento Europeo, individuati grazie al buon rapporto di collaborazione instauratosi nel tempo con l’Associazione.

Le risposte di Patrizia Toia, candidata del Partito Democratico nel collegio del Nord Ovest.

“Tre rapporti di analisi e proposte sul rilancio dell’Unione europea. Sono quelli che le istituzioni Ue hanno commissionato a due ex premier italiani, Enrico Letta e Mario Draghi, e al due volte ministro Enrico Giovannini, attuale direttore scientifico dell’ASviS. Il report di Enrico Letta si concentra sull’integrazione dei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, della difesa e della finanza, con una tabella di marcia per realizzare progressi in ciascun settore entro il 2029. Il mercato e le infrastrutture energetiche dell’Europa rappresentano un punto focale, con Letta che dichiara che “il mercato unico dell’energia può benissimo essere la migliore risorsa dell’Europa per garantire il suo successo in un nuovo ordine globale”.

Mario Draghi chiede un “cambiamento radicale” e una “trasformazione dell’intera economia europea”. Serve, una rifondazione “non meno ambiziosa di quella che fecero i Padri fondatori 70 anni fa con la creazione della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio”.

Enrico Giovannini, ha presentato una relazione sulla necessità sistemica degli investimenti sociali, che, contrastando le crescenti disuguaglianze, sono una leva di crescita, non solo durante le crisi, “per consentire una migliore e più rapida reazione del sistema socioeconomico” e una capacità di “resilienza trasformativa strutturale” del sistema.

1) Anche alla luce di queste analisi, cosa pensa della necessità e dell’urgenza di una difesa comune e della creazione di un esercito europeo? Pur conoscendo le difficoltà date dalla operatività di diversi eserciti con storie diverse, anche se già integrati nella NATO, è un’utopia o è fattibile un salto in avanti in tempi brevi, anche data la pressione esercitata dalle guerre alle porte d’Europa?

Anche nella difesa oggi i Paesi membri dell’Ue pagano un prezzo altissimo in termini di efficacia di spesa a causa della frammentazione del mercato della difesa, dell’inutile duplicazione dei sistemi d’arma e dalla ridondanza degli apparati. La conseguenza, oltre allo spreco di risorse, è la cronica debolezza dell’Unione europea a livello geopolitico. Una difesa e un esercito europeo permetterebbero all’Ue di difendere i propri valori e la pace senza dover sottrarre risorse al welfare per lanciarsi in una corsa al riarmo su base nazionale. E’ un’utopia? Anche la stessa Unione europea era considerata un’utopia irrealizzabile e, invece, ha fatto la differenza per generazioni di cittadini europei sia in termini di benessere economico che di pace.

2) Uniformare fiscalmente l’Unione Europea è indispensabile anche per unificare meglio il mercato e non lasciare spazio alla “concorrenza sleale”: Che ruolo può avere il Parlamento Europeo per superare egoismi e ritrosie degli Stati a creare una sola Europa fiscale?

Per tutto ciò che concerne l’avanzamento del processo di integrazione e il superamento degli egoismi degli Stati, in tutti i campi e anche in quello fiscale, il Parlamento europeo ha un ruolo centrale e crescente, non ancora pienamente riconosciuto da analisti, giornalisti e opinioni pubbliche. L’Ue si trova a dover sistematizzare e rendere strutturali e ordinate le novità introdotte a seguito delle molteplici crisi di questi anni ed è allora che torna centrale il Parlamento europeo, l’unico organo legislativo dell’Ue eletto direttamente dai cittadini. Oggi la necessità di avanzare sull’armonizzazione del Mercato Unico illustrata dal rapporto Letta è molto sentita tra gli eurodeputati così come c’è grande consapevolezza che per farlo bisognerà superare le resistenze degli Stati membri.

3) L’Europa, per poter crescere, non può permettersi un aumento delle diseguaglianze: quali sono le misure più urgenti per contrastarle nel campo sociale, della salute e del lavoro?

Le misure più urgenti sono tre: la formazione, la formazione e la formazione. Poi bisogna concretizzare tutti i principi enunciati dal Pilastro Sociale Europeo, dalla sanità pubblica ai diritti del lavoro, ma sono convinta che la sfida europea sia quella della formazione. Le aziende fanno fatica a trovare il personale di cui hanno bisogno, c’è un grande problema demografico destinato ad accentuarsi e siamo all’inizio del più grande cambiamento tecnologico della storia dell’umanità, l’intelligenza artificiale, che rischia di lasciare fuori dal mondo del lavoro milioni di persone, con tutte le conseguenze sociali e politiche che questo comporterebbe in termini di diseguaglianze. Solo un investimento massiccio in educazione di qualità e formazione può trasformazione questi rischi in opportunità.

4) La strategia di crescita a lungo termine dell’UE sarà possibile senza superare il diritto di veto dei singoli paesi? E lasciando in posizione dominante il Consiglio rispetto alle altre istituzioni dell’Unione? Cosa propone per accelerare il processo di costituzione di una Unione Europea all’altezza della sfida globale, che si gioca oggi, non in un futuro indefinito?

No, l’Unione europea non può crescere né continuare a funzionare con un diritto di veto che oggi permette al premier ungherese Orban di bloccare l’Ue su ogni decisione chiave. La strada delle riforme è chiarissima e l’abbiamo messa nero su bianco più volte, da ultimo grazie alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, a cui ho partecipato personalmente, in cui attraverso un grande percorso inclusivo che ha dato voce ai cittadini europei, sono state indicate le riforme istituzionali necessarie per rendere l’Unione europea capace di rispondere alle aspettative. Molte cose si possono fare subito, non bisogna aspettare i tempi lunghi di una riforma dei Trattati e delle necessarie ratifiche nazionali, ma c’è bisogno di una forte volontà politica. Alla fine sulla possibilità di avere un’Unione europea all’altezza della sfida globale l’ultima parola spetterà ai cittadini.

Si vota sabato 8 giugno dalle 15.00 alle 23.00 e domenica 9 giugno dalle 7.00 alle 23.00. Ciascuno vota nel proprio seggio di riferimento con documento di identità valido e tessera elettorale. Per votare occorre tracciare la X sul simbolo della lista e poi si possono esprimere fino a 3 preferenze purché di genere diverso (cioè due uomini e una donna oppure due donne e un uomo), scrivendo i cognomi dei candidati che si intende votare sulle righe accanto al simbolo. Il voto solo alla lista non va ad alcun candidato. Non è ammesso il voto disgiunto, cioè non è possibile votare una lista e dare le preferenze a candidati di un’altra lista. Verranno eletti i candidati che otterranno il maggior numero di preferenze.

 

 

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